giovedì 29 marzo 2012

franco

è entrato con un amico. un cliente sempre prodigo di sorrisi e con voglia di chiaccherare, non so se per interesse nei miei riguardi; me lo sono chiesto diverse volte a dire il vero. troppo robusto per i mei gusti, ragion per cui non gli ho mai dato troppa confidenza.
l'altro mi ha rubato i pensieri per tutta la sera e ancora adesso è nella mia mente. sono sicuro che anche lui mi sta ancora pensando... magari è nel suo letto che si masturba fantasticando su cosa mi farebbe se fossimo insieme sotto le lenzuola. o su cosa gli farei io.
mani libere da anelli. grandi, da lavoratore della terra. mani da maschio del sud. robuste, da chi le ha usate molto. alto e ben piazzato, rasato e con baffi. un viso che mi sembrava di avere già visto da qualche parte. mi fissava all'inizio e sentivo che voleva dirmi qualcosa, lui mi aveva già riconosciuto. io dovevo fare prima mente locale... torno al tavolo diverse volte e intuisco che gli piaccio, mi guarda di continuo dritto negli occhi. riconosco quegli sguardi e la cosa mi mette di buon umore. ho un sorriso che illumina il locale. dove l'ho visto, dannazione?
mi viene in mente. un flash me lo fa ricordare. l'ho visto al bar dietro casa mia, con un gilet a righe verticali gialle e nere, metto a fuoco il viso, i baffi, gli occhi vispi. un bell'uomo maturo decisamente piacevole e sexy. ci sono tornato piu' volte in quel bar a comprare i biglietti del bus, ma c'erano sempre tante donne intorno a lui, non ho mai pensato di fargli intendere che mi piaceva, non c'era la possibilità di farlo. lo gestiva lui quel bar.
bibite e sorrisi. pizze e sguardi. dolce e voglia di parlarsi. caffè e il ghiaccio si rompe.
di dove sei, cosa studi, cosa vuoi fare dopo, da quanto sei a firenze, vai a casa spesso. perchè non mi vieni a trovare quando scendi in puglia: voleva dirmelo ma non l'ha fatto.
ecco dove l'ho vista, da quanto ha lasciato il bar, di che parte della puglia, vuole mettere su un agriturismo, ce l'ha un bigliettino da visita: dammi del tu mi fai sentire vecchio. gli sorrido e ci guardiamo sapendo cosa vogliamo dirci. poi ce lo diciamo guardandoci.
gli chiedo come si chiama. gli guardo le labbra un secondo. gli ho lanciato uno sguardo anche in mezzo alle gambe senza farmi vedere. aveva un bel pacco e le gambe completamente divaricate.
mezz'ora a parlarci e con tanta voglia di scambiarci il numero.
si sono alzati e li ho raggiunti alla cassa. li ho salutati e ringraziati. ho salutato lui e gli ho stretto il braccio. a 30 anni ho imparato a non correre, a non avere fretta di dire e di fare, a far capire a un uomo che mi piace con lo sguardo e col sorriso, a salutarlo e toccarlo prima di girargli le spalle per non dare nell'occhio. lui sa perché l'ho toccato.
ti sto ancora pensando e son passate piu' di tre ore.
dovevi proprio trasferirti in puglia, maledizione!





mercoledì 21 marzo 2012

incontro allo stadio

c'è ancora odore di lattice e sudore nella mia stanza. come due amanti segreti che lottano contro il tempo abbiamo consumato con foga le nostre energie. aveva una camicia a quadri blu e un giubbetto nero di pelle, aveva quella barba e quegli occhi che mi avevano intrappolato.
piu' volte mi sono fermato nella voglia dei nostri corpi abbracciati a guardarlo con dolcezza, ricambiato puntualmente. l'ho scopato con furia mettendogli una mano davanti alla bocca e infilzandolo con violenza, prima in piedi poi sdraiati. chiedeva di sentirlo fino alle palle e l'ho accontentato. alla fine, stremato, sono uscito dal suo culo liscio e ho ripreso a baciare la sua barba brizzolata e le sue ascelle di maschio. lui non ha avuto erezioni nonostante tutta quella passione.
è in crisi col suo compagno. magari sono arrivato al momento giusto.

domenica 18 marzo 2012

sms del giorno dopo

la tentazione di chiamarlo è stata tanta, lo ammetto. la paura che fosse col suo ragazzo mi ha frenato da qualsiasi tentativo di dargli un appuntamento in giornata, non so nemmeno se convivono. di solito la domenica le coppie stanno assieme, ho pensato. meglio non correre.
gli ho mandato un sms appena sveglio. mi ha risposto subito ricambiando i complimenti e ribadendo di volermi incontrare per un caffè e due chiacchere, come gli avevo detto io la sera prima. il mio era un modo di dire, ma forse lui vuole davvero solo un'amicizia.. staremo a vedere in settimana cosa succede. ho solo paura di fare danni e insistere troppo, dovrei aspettare che si faccia vivo lui ..
ma perchè si è fidanzato? cazzo.

sabato 17 marzo 2012

camicia a quadri

ero arrivato in quel locale tutto sudato e abbastanza incazzato; avevo indovinato la fermata del bus ma poi avevo preso una strada sbagliata che mi aveva portato in un viale popolato da trans che mi chiamavano e auto che si accostavano sperando che mi fermassi con loro. proseguivo a passo veloce con il capo coperto dal cappuccio di lana del mio giubbotto di pelle nera; per fortuna avevo messo le scarpe comode che mi agevolavano l'andatura. avevo intuito che quella strada non mi avrebbe portato da nessuna parte, non mi sembrava la zona in cui avrebbe dovuto esserci il posto che cercavo. una mano fuori da un'auto ferma mi fa segno e mi avvicino: pelle mulatta, lunghe ciglia finte e voce robotica. chiedo informazioni e mi propone di accompagnarmi " così ti faccio anche un pompino" mimando il gesto con la mano. " no, grazie per la dritta" per lo meno mi aveva detto che dovevo tornare tutto indietro. era già l'una passata. torno al punto in cui mi aveva lasciato il bus, ma stavolta prendo la strada nel senso opposto: supero il ponticello in cerca di un'anima che mi dica se sto andando dalla parte giusta. intravedo in piedi un'altra transessuale che mi guarda sperando di circuirmi col suo sguardo ammiccante, aveva le labbra gonfie e un caschetto scuro. mi ha detto di girare a sinistra. mi ha risposto con gentilezza, per una volta qualcuno non le aveva chiesto quanto prendesse per scopare o per fare una pompa.
arrivo al locale che sono quasi le 2. pago i miei 15euro e salgo in bagno a pisciare e a darmi una sistemata.
c'è un sacco di gente, prendo da bere e mi faccio strada tra ciccioni e palestrati per trovare uno spazio libero dove respirare e tirare il fiato. riconosco qualche faccia già vista e saluto delle persone che conosco. qualcun'alro faccio finta di non vederlo e abbasso la testa. faccio il giro nella dark tra uomini arrapati appoggiati al muro e puzzo di sudore che veniva dalle cabine. ritorno al bar e rimango fermo a guardare un uomo.
alla mia destra, in piedi, accenna dei passi a suon di musica. non speravo di rivederlo dopo tutti quegli anni. ero ancora un ragazzino quando gli sbavavo dietro e sognavo di potergli piacere, ma ero troppo timido ed impacciato per cercare un approccio; una volta presi coraggio e gli feci un complimento ma lui andò via senza neanche considerarmi. lo rividi due anni dopo davanti ad un locale d'estate, cercai il suo sguardo ma aveva occhi solo per un gruppo di ragazzetti fisicati che parlavano tra di loro. sapevo che frequentava la sauna ma non ci sarei andato neanche sotto tortura all'epoca. dopo un anno lo intravidi a torre del lago ma anche allora non feci nulla per farmi notare.
gli anni sono passati anche per lui. ora ha un pizzetto bianco e una barbetta dello stesso colore. all'epoca era rasato e col viso liscio.
sono passati anche per me, in meglio, senza alcun dubbio. dopo avergli lanciato qualche occhiata e sorrisi rompo il ghiaccio con una scusa. ero contento di rivederlo. abbiamo parlato per un quarto d'ora: le sue vacanze in puglia, i locali di firenze, il mio lavoro, la zona in cui abita; poi arriva un ragazzo alto e magro con una camicia nera e barba, lo abbraccia e gli sussurra una cosa all'orecchio. capisco che c'è qualcosa tra di loro. rimaniamo di nuovo da soli e riprendiamo a parlare mentre io ogni tanto gli accarezzo la schiena. si propone di passare a trovarmi dove lavoro ma non mi basta. gli chiedo il numero. lo salvo in rubrica -mas- e gli faccio uno squillo. ci salutiamo.
lo vedo dieci minuti dopo nel corridoio della dark baciarsi col suo ragazzo. lo rivedo ancora dopo mezz'ora a ballare nella sala col cellulare in mano. forse gli mostrava il mio numero o lo stava salvando davanti a lui.
non so se sono una coppia aperta. non gliel'ho chiesto.
se non avesse avuto quella camicia a quadri bianca e nera forse non mi sarei accorto di lui. ritrovarmelo di fianco e parlargli guardandolo negli occhi a distanza di tanti anni... domani gli chiedo se ci vediamo nel pomeriggio. ho voglia di rivederlo.

http://www.youtube.com/watch?v=w-4pj2b9xuY